La pittura di Pasolini è costruita sul rapporto luce-colore-materia, energie espressive interattive e in osmosi tese alla esternazione di una sostanza creativa intima e profonda che appare senz’altro di schietta natura lirica.
Pasolini è un pittore di forte vibrazione poetica, autenticamente e passionatamente innamorato della sua terra e del suo paesaggio che ritrae nei valori di uno splendore naturalistico non descrittivo e analitico ma di così estrema rarefazione formale da sconfinare in un senso e in significati di pura astrazione.
Nel suo svolgimento pittorico accadono i miracoli estetici della natura e dunque la prima scintilla di ispirazione può ben dirsi di accensione realistica ma si tratta di una realtà che via via che si dispiega il procedimento di essenzializzazione e selezione della connotazione formale, diventa entità spirituale dell’artista, atmosfera, mondo e racconto segreto e misterioso. Nel linguaggio espressivo di Pasolini c’è un gesto primario e inconfondibile di impatto con la materia pittorica, libero, impetuoso, quasi di istintiva liberazione, che denota e precisa l’indole e il carattere della sua personalità.
La sua progettualità artistica è infatti di onda larga e coinvolgente, cordiale e ricca di un senso di luminosità psicologica che trasmette sensazioni di un abbraccio e di un messaggio di amicizia.
Così i suoi campi, i suoi declivi boscosi, i suoi cieli le sue radure innevate o fiorite in primavera o arate in autunno (Pasolini sente molto il fascino cromatico del susseguirsi delle stagioni), tradotti sulla tela come elementi di un paesaggio sottinteso, intuito, catturato da una purezza di fondo della natura ancora viva e vicina nonostante la scomparsa di ogni traccia di formale leggibilità, diventano verità pittorica attraverso un accanito lavoro di penetrazione in una materia che risulta crepitante di colore e di luce, mezzi necessari per esprimere l’intima ricchezza lirica.
Enio Concarotti “La Libertà” Piacenza 1994