Il percorso di ricerca e sperimentazione di Pasolini, dopo varie fasi, è approdato all’attuale espressione dove protagonista diventa la luce: ma non la luce intesa in senso pittorico e cioè quell’insieme di materia e colore capace di trasmettere luminosità, rifrazioni, riflessi e poetiche visioni.
Pasolini, nelle sue opere fa entrare la luce vera, quella che proviene dai fili e dalle lampade, la luce elettrica, insomma, che qui diventa un assolo con la pittura, una vera e propria espressione artistica.
Pungenti bagliori perché la luce di Pasolini è fatta di centinaia di scaglie di vetro, cristallo e plastica che fuoriescono dalle tele come punte, come aghi, come “cavallette”, come insetti impazziti illuminate da minuscole e invisibili lampadine.
Nasce un magico effetto visivo, un gioco straordinario tra ombra e luce, tra positivo e negativo che si riflette sulla materia e sul magma cromatico con sorprendenti effetti scenografici.
Pasolini, da sempre innamorato e ricercatore della luce, dopo averla ottenuta attraverso la pittura, ha deciso ora di inserirla concretamente nelle sue opere: per renderle più vere e autentiche, più contemporanee, per creare un ponte, un collegamento tra arte e tecnologia.
Luciano Carini “La Libertà” Piacenza 2004