Per questo autore l’uso del colore è una tecnica realizzata con padronanza, equilibrio e armonia.
L’Intento pittorico di Pasolini è quello di provocare suggestioni ottiche attraverso il colore che diventa energia sulla superficie su cui viene posata. Il dipinto raggiunge una spazialità dinamica che sfocia in una lirica contenuta e in una vitalità coloristica.
Pennellate di colore mai violente e una materia eleborata in modi diversi sono l’appiglio di giochi di luce sulla tela e sulle tinte.
La luminosità si trasforma in un elemento fondamentale della configurazione estetica e porta avanti un discorso in cui la comunicazione abolisce la figurazione.
Il pittore concentra la sua attenzione su vibrazioni cromatiche che fanno scattare nel fruitore una risposta di tipo ottico-psicologica.
Una pittura che evidenzia un linguaggio artistico basato sui principi più elementari e oggettivi. La cromia deve essere considerata autonoma e intensa come una ricerca idonea a sviluppare una penetrazione della percezione ottica. In queste opere c’è il bisogno di ritornare alla “purezza dei mezzi” utilizzati e di isolare qualsiasi elemento che serve per la costruzione del dipinto.
E’ essenziale comprendere l’aspetto emozionale che può trasmettere una vibrazione cromatica quando è unita ad un gioco di luci capace di agire sul campo pittorico: un cambiamento che avviene attraverso un processo di smaterializzazione dell’espressività.
Le composizioni mutano in base all’angolazione da cui si osserva l’opera e la modificazione dipende anche dall’intensità della proiezione della fonte luminosa. Pasolini è come se portasse sulla tela un sogno in cui riscoprire la magia della percezione attraverso campiture più o meno vivaci ma spesso monocrome.
In questo contesto il cromatismo acquista un valore molto importante: dalla concordanza di questo e dalla dosatura dei pochi contrasti nasce una composizione incline ad un delicato gusto decorativo. La trama delle opere crea una illusione che attribuisce alla materia un senso illusionistico e forse surreale.
Un percorso che implica una sollecitazione di tutti i sensi che si stempera in un intrigante desiderio di valorizzare il quadro mediante una sospensione spaziale di riverberi.
Il lavoro di Pasolini è una progettazione perfetta della costruzione, in cui il soggetto non appare, dove si applica un evidente distacco dalla realtà.
Elena Gavazzi “La Libertà” Piacenza 2004