Un autore come Giorgio Pasolini che si esprime di solito attraverso un linguaggio non iconico, ha dovuto misurarsi con maggiore difficoltà nella realizzazione di un murale in cui di solito prevalgono le forme iconografiche.
Pasolini è partito dai “mappali” che costituiscono le prime rappresentazioni topografiche della città di Calcio: si tratta di mappali ottocenteschi, realizzati in età napoleonica.
Alcune presenze, come il giallo di sfondo, dominano l’insieme: il giallo costituisce una sigla cromatica e realistica per la carta invecchiata. Altri segni come le linee tratteggiate, indicano sentieri, strade, attraversamenti, spazi non ancora definiti urbanisticamente.
L’artista traduce poi i due elementi essenziali della topografia di Calcio attraverso l’azzurro che definisce le gore e le rogge, soprattutto la Roggia Donna che deriva dall’Oglio, ed il rosso che connota il nucleo centrale delle case raggruppate, evidenziate visivamente come se fossero dei cunei trapezoidali quasi a trascrivere i tetti visti dall’alto. Poi aggiunge uno “strappo”, una carta ripiegata e rotta in parte per effetto del tempo, come un frammento che sporge.
Pasolini usa in questo caso un artificio espressivo per mezzo del quale racconta e colloca l’immagine di un tempo storico specifico ed esprime la sua adesione alla cultura astratta.
La raffigurazione conclusiva definisce non tanto una carta urbanistica di un paese ancora in fase espansiva, quale poteva essere Calcio all’inizio del Novecento, ma un’immagine astratta, ricca tuttavia di forti suggestioni.Suggestioni che consentono di penetrare all’interno dell’opera, una delle pagine del muralismo di tipo non iconografico dell’intero percorso calcense.
Mauro Corradini “Muri d’autore” Calcio (BG) 1999